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Cosa ci insegna la Palestra di Platone

Hai mai pensato a Platone come a un lottatore, imponente e dalle spalle larghe? È uno degli spunti più curiosi del libro “La Palestra di Platone”, che ci insegna a guardare alla filosofia e alla lotta con occhi nuovi.

Cosa c’entra tutto questo in un blog di business e marketing?

Non posso nascondere nei contenuti che condivido una mia passione per la filosofia che mi accompagna fin dai tempi del liceo. Credo infatti che la filosofia abbia molto a che fare con ciò che viviamo, con il nostro approccio alla vita e così anche a come gestiamo il business, a come affrontiamo le nostre scelte comunicative. 

La Filosofia si cala nel nostro quotidiano e quindi anche nel nostro modo di comunicare, di fare business e marketing

Il nostro approccio alla vita, il nostro modo di pensare e di “lottare” con il pensiero altrui ha molto da dire sul modo in cui proponiamo noi stessi e il nostro brand nella società in cui siamo immersi e non porsi determinate domande rischia di trasformarci in individui sterili, incentrati su prodotti e servizi più che su soluzioni e valore

Ma passiamo a guardare di che tratta “La Palestra di Platone”

Detto questo uno strumento di pensiero inaspettato, calato in un contesto storico fin da troppo tempo sopito è proprio la lotta

Sì, esatto, quella che si consuma su un ring o su un tatami per dire. 

Quella che forse ti sorprenderà, ma portava avanti nella sua palestra proprio Platone. E se pensavi, come in molti fanno, che il filosofo sia un semplice pensatore, rannicchiato sui suoi libri, mingherlino e fisicamente trascurato, “La Palestra di Platone” di Simone Regazzoni ti farà cambiare idea. 

Chi è Simone Regazzoni

Simone Regazzoni, allievo di Jaques Derrida, esponente di spicco della pop filosofia ha scritto ad oggi una quindicina di libri, che viaggiano tra il mondo della filosofia e quello della narrativa. 

Ho avuto il piacere di essere sua studentessa durante le lezioni di storia economica della cultura all’università Cattolica nel 2009, lezioni che hanno segnato tanto il mio percorso formativo da inserirlo con piacere e stima nei ringraziamenti del mio primo libro “Disney Business”. 

Dei suoi libri che ho avuto il piacere di leggere personalmente tra cui “Jaques Derrida”, “Abyss” e “Ti amo” , “La Palestra di Platone” è quello che ad oggi mi ha colpito di più sia per l’originalità del tema, che per la vicinanza a un mondo la cui filosofia ci rende migliori.  

Una cultura di Filosofi Lottatori

Il detto “mens sana in corpore sano” prende una forma del tutto originale in cui si riscopre una cultura antica di filosofi lottatori: la lotta diventa vero e proprio strumento di pensiero e filosofia. 

La disciplina, la costanza, la forza d’animo. La presa di coscienza delle proprie responsabilità. 

Il confronto fisico con l’altro, ma anche e soprattutto mentale, lo studio delle mosse della persona che ci troviamo davanti, la pulizia della tecnica, il mantenere il controllo di sé e allo stesso tempo la necessità di canalizzare le proprie emozioni e paure più profonde in una danza, una lotta in cui il nemico principale non è nell’avversario, ma è dentro di sè.

“Ciascuno è qui, in questa palestra, ai margini della città, per misurarsi con il proprio buio, lottare con i propri fantasmi, strappare uno spazio di gioia esausta della propria quotidianità. E dire a se stesso, ogni volta, che può essere migliore di ciò che è” (Dalla Palestra di Platone) 

La mia esperienza personale con le arti marziali

Ho praticato il Kung Fu To’a e poi il Viet Vo Dao fino ai 21 anni. Irruente nell’attacco, tecnicamente sporca nella difesa, non ho mai raggiunto livelli d’eccellenza, ma davo del filo da torcere in combattimento anche ai maschietti e mi portai a casa una coppa da 3° posto in combattimento a Milano.

Ancora ricordo col sorriso le flessioni che mi aspettavano ogni qualvolta commettessi un errore, o arrivassi in ritardo. 

Gli allenamenti con le armi bianche (bastone lungo, corto e ventaglio).

L’aspettare in fila a gamba tesa in aria che il maestro passasse col bastone a battere sulla gamba in tensione di tutti i miei compagni. Tutti i “non ce la faccio più” e l’imposizione ad andare sempre e comunque oltre i propri limiti. 

I combattimenti feroci con i miei compagni e amici, che si concludevano sempre, sempre, con un colpo tra guantoni in amicizia e una risata soddisfatta in onore al vincitore, o al colpo migliore sferrato in combattimento. 

L’ascolto delle parole del Maestro, quando seduti, in posizione di fior di loto ci raccontava storie come questa, una vera e propria filosofia di vita:

Un re in battaglia allo stremo delle forze, riuscì a portarsi al riparo, per prendere fiato e sconfortato pensò alla sconfitta. 

All’angolo del suo riparo, vide un formica portare un pezzo di pane 10 volte più grande di lei, arrampicarsi su per un muretto e cadere. 

Saliva, e poi cadeva. 

Saliva e poi cadeva.

La prima, la seconda, la decima volta, la ventesima.

Ancora e ancora. 

Al centesimo tentativo, riuscì a portare il pezzo di pane oltre il muretto. 

E il re si disse “Se questa formica, così piccola, riesce a trasportare un peso 10 volte maggiore del suo e tentare per 100 volte di raggiungere il suo obiettivo, io non posso e non devo arrendermi.” 

Si alzò, tornò in battaglia e vinse.

Per concludere

Ad oggi non combatto più. Solo qualche volta, quando torno a Brindisi, mi alleno con mio padre, istruttore di Krav Maga. Ma, soprattutto adesso che il Covid ci preclude, tra le altre cose, la possibilità di fare sport da contatto, mi rendo conto dell’importanza di questo tipo di sport e i benefici che ha portato nella mia vita e nella vita di molte altre persone.

Come mi ha scritto lo stesso Simone Regazzoni:

“Le arti marziali lasciano sempre un segno, rendono le persone speciali”. 

Forse anche per questo mi sono prodigata a scrivere tanto sull’argomento. Perché non dobbiamo dimenticare l’importanza e il valore di queste attività: corpo e mente non sono mai slegati.

Leggere la Palestra di Platone mi ha fatto sicuramente venire voglia di tornare a combattere, cosa che sarebbe bello ricominciare a fare una volta che questo incubo del Covid sarà finito, ed è stato bello vedere sotto una nuova luce la storia di filosofi antichissimi, che da sempre mi hanno affascinato. 

Non posso che consigliare questo libro per l’umanità e la ricchezza che porta nell’animo di chi lo legge.

Federica Argentieri

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